La Bce lascia i tassi invariati ma travisa, nelle parole della Lagarde, molti dubbi e paure, gli scenari potrebbero cambiare rapidamente nel 2022. Il settore che potrebbe risentirne di più, in termini di volatilità, è senz’altro il tecnologico. Da un’analisi riskon/riskoff emerge come nell’ultimo periodo il mercato abbia percepito più rischiosi l’indice Nasdaq, il FtseChina50 e il Nikkei.
Le conferme:
- Il rischio per il Nasdaq è salito ai livelli dell’autunno 2020, quando venne fatto l’annuncio di vaccini anticovid disponibili per il 2021. L’indice americano ha accelerato a partire da dicembre, quando il rischio implicito settimanale è tornato sopra la soglia del 3%
- Il FtseChina ha rotto il supporto dei 15.000 punti forse a causa di Evergrande oppure a causa del rischio sulle società tech presenti nel paniere asiatico
- Il Nikkei è tornato sopra area 4% ed è secondo solo dietro al Nasdaq
L’oro, ancorato al baricentro dei 1.800 $ da parecchio, registra il rischio più basso a 2,3% mentre il petrolio è sceso sotto il top di 8,52% dello scorso dicembre a conferma che il Wti potrebbe arrivare in zona 100$ nel primo trimestre. L’euro dollaro, a 1,145 nel giorno della Bce, potrebbe tornare a 1,13 dopo l’uscita del dato sull’inflazione US di gennaio, il dollar index rischia ti vedere 100 in questo primo trimestre.
Guido Gennaccari