Quando scatterà il prossimo sell-off? Nessuno lo sa con certezza ma la storia può aiutare per giungere a delle conclusioni. Partendo dalle ultime due crisi, la bolla tecnologica del 2000 e bolla finanziaria del 2008, è possibile fare dei confronti con oggi per cercare di capire se siamo in “bolla monetaria” e quando potrebbe scoppiare il sell-off. Il dato più chiaro forse è il rapporto tra capitalizzazione di Borsa mondiale e Pil nominale mondiale. Ai top 2007 era 1,27 mentre ai top 2000 addirittura 3,2 mentre oggi è di 1,27 molto vicino al valore del 2007.
Il dato fa riflettere su alcuni fatti:
- Va considerato che i mercati finanziari sono “vasi comunicanti di liquidità” e quindi i soldi si spostano tra diverse asset class o rimangono liquidi sul conto corrente
- Nel 2000, quando il rapporto Finanza/Economia Reale ha raggiunto il massimo di 3,2 la Bolla è stata creata da una minore liquidità sui mercati finanziari, orientata esclusivamente al rialzo, creando scossoni ribassisti sull’azionario ma nessuno shock successivo sull’economia reale
- Nel 2007, in presenza di un eccesso di finanziarizzazione dell’economia (subprime e cartolarizzazioni in generale), come oggi in presenza di un eccesso di liquidità globale partito nel 2009 negli USA con i QE, il rapporto è di circa 1,30 con il problema attuale però dei tassi negativi sui mercati obbligazionari
L’eccesso di finanza del 2007 ha rotto l’equilibrio storico delle correlazioni tra le varie asset class, dove i “vasi comunicanti” oggi sono più o meno gli stessi di allora oltre alle “dark pool” che lavorano in parallelo. L’evoluzione dei mercati finanziari non può poi essere studiata non considerando l’evoluzione tecnologica e i processi di globalizzazione: nel mondo c’è maggiore concentrazione di ricchezza in mani di pochi, c’è meno povertà assoluta rispetto al passato, ma evidente è il sacrificio della Classe Media in molte Economie Sviluppate. Quando scatterà prossimo sell-off? Nessuno lo sa, è impossibile prevedere i crash di mercato ma è bene monitorare i campanelli di allarme che ci confermano che è giunta l’ora, come l’inversione della curva dei rendimenti che segnala di un imminente recessione. Considerando che il mercato può rimanere irrazionale più a lungo dei nostri investimenti, o del nostro trading, possiamo solo “certificare” che il crash è iniziato ed in corso d’opera, soprattutto oggi con questa immensa massa di liquidità che potrebbe muovere, grazie alle “Mani Forti”, il mercato molto velocemente. L’unica certezza è che siamo nelle condizioni simili al 2007 ma la speculazione irrazionale potrebbe spingere molto più in alto i mercati azionari come avvenuto nel 2000 con conseguenze però più tragiche oggi a causa dell’eccesso di liquidità che si ripercuote con effetti devastanti sull’economia reale, ma nessuno può sapere quando accadrà, non è nelle capacità umane… “waiting money bubble”
Guido Gennaccari