Il miglior termometro dei mercati finanziari per individuare l’arrivo di una recessione è l’inversione della curva dei rendimenti. Quando lo spread (btp-bot) diventa negativo le aspettative di recessione o default sono maggiori sul breve periodo e, considerando che nel lungo periodo tutto si aggiusta, il premio richiesto dagli operatori è maggiore sulle scadenze a breve del debito piuttosto che sulle lunghe. Quante volte è successo che la curva delle scadenze del debito pubblico italiano si sia invertita?
Partendo dal 1998 sono ben sei le inversioni registrate:
- 1999-2000: bolla Dot.com
- 2001: TwinTowers
- 2008: Subprime & Lehman Brtohers
- 2011: Spread Italia, con record a -3,32%
- 2012: “whatever it takes” di Draghi per salvare l’euro
- 2020: Covid
Situazioni di “normalità” si presentano generalmente con lo spread btp-bot al 2%, valori pre pandemia. Attenzione, la curva invertita è un termometro, non la causa della recessione, così come la Borsa è il termometro del valore di scambio dell’equity del momento. Interessante notare come non ci sia stata inversione durante la crisi 2014/2015 dovuta all’introduzione del bail in e la successiva crescita degli npl, c’era la garanzia dell’interventismo della Bce a tranquillizzare il mercato. Che lo spread torni presto ad un consono e salutare valore di 200 basis point
Guido Gennaccari