Il fattore tempo, ossia il timing di ingresso nell’operazione, nello spread trading è l’elemento essenziale che pesa sul 90% del risultato finale quindi della performance. Un esempio per chiarire le idee. Gli indici Usa (S&P500) Germania (Dax) e Italia (FtseMIb40) hanno determinato le seguenti performance:
- Da un anno: Usa +10,55% Germania -4,11% e Italia +2%
- Da inizio 2018: Usa +1,57% Germania -5,4% e Italia -2%
Ragionando su questi valori è ovvio che gamba long dello spread è lo S&P500 mentre quella short è da selezionare tra Germania e Italia con preferenza per l’Italia che ha comunque registrato un +2% rispetto allo scorso anno; manca un’analisi fondamentale: l’ultimo movimento in tendenza. L’indice italiano dai massimi del 22 maggio ha perso l’11,8% sulla scia delle vicende interne mentre il Dax “solo” un -5,40%. L’analisi multiframe, in base all’obiettivo temporale dello spread, è fondamentale visto che di breve gamba ribassista vedrebbe il Ftsemib40 di breve e il Dax invece di medio.