Analisi Macro & Scenari

Margin debt: sell off, ma non è bolla

Il margin debt, ossia quanto vanno a leva sui mercati gli operatori americani, ha raggiunto il top di 900 miliardi di dollari nel 2021 per poi scendere dal momento che i mercati scontavano un deciso rialzo dei tassi da parte della Fed (novembre 2021, inizio del drawdown del nasdaq e degli altri indici US). Siamo in bolla sull’equity? Nei precedenti casi di top di mercato il margin debt è stato: nel 2000 di 300 mld $, nel 2007 di 400 mld $, nel 2011 di 360 mld $, nel 2015 di 550 mld $, nel 2018 di 670 mld $, a marzo 2022 siamo a 800 mld $. Dopo ogni massimo rilevante di mercato del margin debt si è verificato un drawdown, più o meno profondo, per poi ripartire. E’ impressionante come, a seguito delle politiche fiscali e monetarie espansive post covid, il valore sia passato da 500 mld $ a oltre 900$ in poco più di un anno. Tutti soldi pubblici sono finiti sui mercati finanziari?

In realtà, mettendo a rapporto il margin debt sulle attività della Fed, dal dopo Lehman Brothers la percentuale mediamente si è aggirata intorno al 10% con top del 15% tra 2018 ed il 2019. A marzo il livello è sceso sotto il 10%: dove è la bolla? Si può tranquillamente affermare che non siamo in presenza di speculazione aggressiva, come negli anni dei sub prime dove si raggiunse il top di 47,8% di debt margin sulle attività della Fed, ma la leva finanziaria, a causa del rialzo dei tassi e del rientro dell’attivo della Fed, potrebbe riportarsi ai livelli di 670 mld $ del 2018, con ulteriore discesa dei mercati azionari magari anche veloce e profonda ma fisiologicamente “sana” con bottom che potrebbero rappresentare occasioni di acquisto se non si dovesse andare presto in recessione o stagflazione. Unico modo per evitare una crisi è legato al rientro dell’inflazione e alla ripresa della crescita del pil americano, anche se il dato sulla produttività del lavoro della scorsa settimana non fa sperare per il meglio a breve.

Guido Gennaccari

info@tradingroomroma.it