Sui mercati azionari a Febbraio 2021 è accaduto qualcosa di strano: un balzo al rialzo del rame, accompagnato da volatilità, che non ha spinto al rialzo il FtseChina50, molto correlato con la materia prima.
Dal 2021 ogni accelerazione del Cvol del rame ha determinato un trend rialzista del sottostante e il Cvol del rame è rimasto sui livelli di 24, più alti di quelli pre covid.
L’indice di correlazione implicita sullo SP500 del CBOE è invece attualmente sui livelli di 40 (risk on), valore dal quale sono poi partite le discese del covid di febbraio 2020 e i ritracciamenti a settembre e maggio 2021.
L’ingente liquidità delle banche centrali e quella delle politiche fiscali, insieme alla questione covid (vaccini), hanno favorito la salita dell’inflazione US a +5% con il rischio però di ingolfare i meccanismi di trasmissione tra le diverse asset class. L’esempio rame, Cina, risk on fotografa il rischio di caos intermarket e intramarket sui mercati, uno tsunami sulle correlazioni tra diversi strumenti finanziari che potrebbe far collassare o spingere oltre ogni limite la bolla delle quotazioni a causa dell’ingente liquidità e della presenza di software che operano sui mercati finanziari. Qualcosa non torna ma, quando capiremo di che si tratta, sarà troppo tardi perché l’effetto domino sarà partito.
Guido Gennaccari