Analisi Macro & Scenari

Rendere meno amaro il prezzo del cacao con l’hedging

Non è un buon momento per l’industria dolciaria globale, specie quella artigianale italiana che vanta ottime eccellenze riconosciute a livello internazionale.  I consumi cominciano a rallentare mentre l’ascesa dei prezzi della materia prima non sembra arrestarsi. Il future U.S. con scadenza Settembre ’23 (ICE) ha toccato i $3600 tonnellata metrica, massimo che non vedeva da oltre 46 anni, mentre a Londra i prezzi non sono lontani dai massimi raggiunti a £2800 tm. E se aggiungiamo le elevate quotazioni dello zucchero, ci troviamo di fronte ad una filiera produttiva che fatica a contenere la pressione sui margini reddituali. Finora la domanda di cacao a livello internazionale è stata abbastanza sostenuta, ma dopo due anni di rialzi dei prezzi di oltre il 20% i consumatori europei e nordamericani cominciano a stringere la cinghia.  Se guardiamo ai risultati dell’ultimo trimestre dei due giganti del settore, Mondelez e Hershey, notiamo come la crescita delle vendite in termini reali (al netto dell’inflazione) stia mostrando segni di rallentamento. Nonostante ciò, le due aziende hanno confermato utili in crescita per il prossimo trimestre grazie all’azione congiunta di investimenti in produttività e strategie di copertura sui prezzi del cacao.

Se per aziende di grandi dimensioni proteggersi dalla volatilità dei prezzi della materia prima è una pratica sistematica, non lo è per i piccoli produttori, la cui mancanza di conoscenze in questo specifico ambito riduce le manovre per neutralizzare il rincaro improvviso dei costi di approvvigionamento. Secondo un’analisi di Euromonitor International, il cacao rappresenta circa il 25% dei costi di produzione dei prodotti dolciari. Questo significa che un aumento del prezzo del cacao del 10% può portare a una riduzione dei margini reddituali di circa il 2,5%. In alcuni casi, l’incidenza del prezzo del cacao sui margini reddituali può essere ancora maggiore, come nel caso dei prodotti a base di cioccolata fondente.

L’attività di copertura (detta in gergo tecnico hedging) consente ad un importatore di proteggersi dall’aumento del prezzo con acquisti di strumenti derivati (futures, options, CFDs) che lo fanno guadagnare in caso di salita delle quotazioni. Il ricavato della vendita in borsa consentirà all’acquirente di neutralizzare (in tutto o in parte, dipende dal grado di copertura) il maggior esborso di denaro necessario per pagare i fornitori. Al contrario, se le quotazioni dovessero scendere, l’operazione finanziaria si chiuderebbe con una perdita, ma questa verrebbe compensata dal minor esborso economico dovuto alla fornitura di cacao. Grazie all’introduzione di nuovi strumenti finanziari, come i CFD (Contract for Differences), anche le piccole aziende possono utilizzare strategie di copertura sulle borse merci di Londra e New York.  Rispetto alle 10 tonnellate metriche impiegate nei contratti standard, con i CFD i valori minimi in campo si riducono anche di un decimo. E si riducono anche i margini finanziari richiesti dai broker per effettuare queste operazioni.

Oltre alla scelta del giusto strumento per la copertura, diventa importante anche stabilire quando mettere in piedi la strategia (in gergo tecnico si definisce il timing). I tempi di intervento possono essere stabiliti analizzando il grafico dei prezzi. Nel periodo 2021-2022, il cacao si è mosso in un range compreso tra un massimo di $2700 e un minimo di $2250. La rottura al rialzo della resistenza avvenuta lo scorso febbraio, ha innescato le coperture legate agli acquisti di future, che avrebbero consentito agli acquirenti di rivendere a prezzi più alti la soft commodity sulla base delle tempistiche contrattuali di approvvigionamento. Il prezzo attualmente non è lontano dai massimi di $3600 e sembrerebbe poter avviare una fase di consolidamento su questi livelli. Qualora il prezzo invertisse la tendenza non sarebbero necessarie azioni di protezioni. Al contrario la rottura del precedente massimo, farebbe scattare la ripresa del trend rialzista e si renderebbe necessario avviare nuove strategie di copertura.

 

Edoardo Liuni

Head of Derivatives Trading Room Roma

Iscritto all’Ordine dei Giornalisti Lazio

 

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