I rendimenti obbligazionari pubblici si muovono su tre variabili: la solvibilità del paese, le aspettative di inflazione, l’andamento della valuta. La pendenza della curva invece fornisce informazioni su eventuali recessioni (inversione) o serve ad individuare le manovre delle banche centrali in base all’andamento della parte “corta” e “lunga” nel tempo. Per valutare cosa stia accadendo oggi ai rendimenti governativi è utile confrontare i valori con i top della pandemia nei rispettivi paesi. Ecco cosa emerge:
- Tra le maggiori economie spiccano sul podio Brasile +11,6% (era sotto l’8% allo scoppio del covid), Messico +7,77% (sotto il 7% al primo picco della pandemia) e India +6,6% (+6,3% al top di casi). Ovviamente l’impatto valutario e inflazionistico in questi paesi ha influenzato i rendimenti di più della componente “solvibilità”.
- L’ Eurozona si muove a tre velocità: a) paesi non euro come Turchia +22% (top 14% 2020) e Russia +9,3% (6,8%) Uk 1,27% (0,35%) e Svizzera 0% (-0,35%) b) paesi senza valuta comune come Romania +5,5% (poco sopra i livelli del 2020), Ungheria +4,9% (2,6% top 2020) , Polonia +4,17% (2% inizio covid), Repubblica Ceca +3,33% (1,5% nel 2020) c) paesi euro quali Grecia +1,67% (2,17% top 2020), Italia 1,4% (+1,77%), Spagna 0,7% (0,73%), Francia 0,38% (-0,1%), Germania 0% (-0,4%).
- In America oggi si viaggia a quasi 1,9% con un +0,88% allo scoppio della pandemia. La Cina 2,73% (3,3%), anche dopo la crisi Evergrande, non registra tassi in eccessivo aumento anche se nel paese si registrano tensioni inflazionistiche, mentre il Giappone +0,143% (0%) è flat.
In definitiva l’inflazione da pandemia colpisce maggiormente i rendimenti dei paesi con aspettative più alte (vedi Germania con Bund tornato positivo, non accadeva dal 2019, mentre l’inflazione Us ha toccato il livello del 7%) o quelli con valuta debole, soprattutto paesi emergenti. I PIIGS, come l’Italia che registra nel 2021 un rimbalzo della crescita del pil dai minimi 2020 maggiore delle aspettative inflazionistiche, registrano ancora valori dei rendimenti del debito sovrano sotto i livelli dei massimi covid. Le banche centrali dei paesi europei senza euro hanno già iniziato una politica restrittiva con aumento dei tassi di interesse, anticipando quelle che saranno le mosse della Bce nel 2023. L’impatto degli ingenti interventi fiscali (NG e PNRR) e monetari (Bce) europei hanno protetto maggiormente i paesi mediterranei dal rialzo dei rendimenti. Se si considerano invece i rendimenti reali molti stati registrano valori negativi a livello globale. Il pericolo da tassi per i mercati potrebbe venire dai paesi emergenti, Brasile, Russia e Turchia in primis, mentre la paura per la Cina potrebbe manifestarsi nei fatti solo nel 2023. Attenzione a cosa accadrà nei paesi europei non euro che hanno già iniziato ad alzare i tassi, paradossalmente più tranquilla sembra invece la situazione sui PIIGS tra cui l’Italia dove sembrano puntare alcuni istituzionali nel 2022.
Guido Gennaccari