L’economia spiegata in una immagine. Fino a quando il petrolio (Wti) quotava sotto i 40$ e il processo di globalizzazione avanzava, il pil mondiale cresceva sano con bassa pendenza. Con Lehman si sgonfiarono gli eccessi finanziari, colpevoli in parte dello sviluppo di politiche salariali scellerate nei Paesi Avanzati, che si riflettevano anche sull’economia reale (petrolio Wti a 140$ e aumento pendenza della crescita del pil mondiale nominale). Con la rivoluzione bitcoin (2009) parte il processo di disintermediazione ed evoluzione tecnologica che porta i bilanci delle aziende nel 2020 ad avere un valore degli “asset intangibili” ampiamente maggiore di quelli tangibili reali. Il mondo inizia ad avere meno povertà assoluta, emergono economie povere, ma maggiore concentrazione delle ricchezze e disuguaglianze/iniquità.
Come reagiscono i policy maker? La politica fiscale abdica e riesce solo a delegare le Banche Centrali, che devono trovare una via d’uscita dall’emergenza (new ab-normal), potendo solo comprare tempo all’infinito stampando moneta ma, se dovesse esserci una crisi improvvisa con aumento ampio e repentino dei tassi, scoppierebbe la bolla della duration obbligazionaria che sarebbe come innescare il detonatore per gli alti debiti pubblici e privati delle imprese lievitati negli ultimi 10 anni. Si potrebbero registrare gravi ripercussioni su equity ed economia reale globale. A livello mondiale, dopo i FAANG, si affacciano grandi multinazionali leader in altri settori dell’old economy che sposano la new economy e conquistano velocemente nuove quote di mercato: si pone il grave problema degli oligopoli capitalistico-finanziari che si pongono come leader decisionali alternativi rispetto al potere politico degli stati (ormai superati) e delle organizzazioni internazionali. Il Great Reset, con la complicità della Chiesa e grazie alla morte dell’Antitrust per una sana e buona concorrenza capitalistica, sta prendendo piede uccidendo gli stati.
Guido Gennaccari