L’andamento del prezzo delle banche e dei titoli di stato trova una correlazione che riguarda l’operatività degli intermediari relativamente ai requisiti patrimoniali minimi e alle garanzie delle varie operazioni con le imprese nel processo di affidamento. Liquidità, titoli di stato, finanziamenti, altri titoli, immobili, sono le voci principali del bilancio di una banca. Ma anche il mercato finanziario evidenza la correlazione tra debito pubblico e istituti finanziari. Il grafico mostra il “Move Index”, che misura la volatilità del debito americano sulla scadenza decennale, insieme al “Dj US Banks”, il paniere dei titoli finanziari quotati a Wall Street. La principale paura per un sell off sull’azionario oggi è rappresentata da 1) un aumento dell’inflazione con tassi ancora alti fuori controllo, scenario al momento meno probabile, ma non impossibile 2) recessione soft, hard o stagflazone. Sono due casi agli antipodi ma con conseguenze che potrebbero essere ugualmente nefaste. Solo una discesa dell’inflazione senza recessione potrebbe portate lo SP500 su nuovi massimi per fine anno o inizio 2024. Essendo il mercato imprevedibile, ecco un termometro per l’eventuale sell off:
- Move torna sopra 150 (sotto 100 è la zona della tranquillità)
- DJ Banks sfonda i 350 punti al ribasso (rompe i minimi di marzo 2023 per puntare a quelli covid a circa 315)
La contemporaneità dei valori sarebbe ovviamente un segnale ribassista forte, ma comunque potente da poter sfruttare anche sulla scia finale della discesa, per poi acquistare una volta trovati dei minimi per la ripartenza.
Guido Gennaccari